Le Interviste del Direttore
L'Italia riparte dalla cultura
Andrea Marcucci, Presidente della Commissione Istruzione Pubblica, Beni Culturali del Senato
- La defiscalizzazione dei contributi alla cultura consente di superare le difficoltà del passato
- Facilità di appalti e concessione delle opere ma anche controlli ferrei
- Turismo, valorizzare il rapporto pubblico e privato
- Incentivi fiscali fino al 65% alle aziende e ai privati
- Edilizia scolastica, dal Governo 3,5 miliardi di euro per la sicurezza dei ragazzi
- L'Università del futuro faciliterà l'accesso al mondo del lavoro
- Salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale con il turismo è una responsabilità etica e morale
- Va innescato un circolo virtuoso di partecipazione collettiva alla salvaguardia del patrimonio culturale
- Mai più esempi come Pompei
Presidente Marcucci, le priorità di oggi nell’agenda della commissione istruzione e beni culturali del Senato da Lei presieduta?
Ci sono i tanti provvedimenti che stiamo portando avanti con il Governo, c’è il nuovo Decreto approvato pochi giorni fa su cultura e che riguarda anche il turismo. Un decreto innovativo che va nella direzione giusta di incentivare il rapporto tra pubblico e privato, nel dare una logica alla fiscalità agevolata a coloro i quali intendono supportare il patrimonio culturale del nostro Paese. Dopodiché abbiamo i provvedimenti che riguardano la scuola e l’Università dei quali ci stiamo occupando, alla luce dell’estremo interesse del nuovo Governo verso l’istruzione; il mondo nel suo complesso della formazione come cardine centrale dell’azione dell’Esecutivo .
Come funzionerà questa defiscalizzazione dei contributi alla cultura.
Intanto c’è una facilità di procedura ad accederci, una delle difficoltà in passato, come ricorda il caso del Colosseo o di altre grandi aziende che volevano intervenire su Pompei, era proprio la difficoltà burocratica; e dall’altra c’è un incentivo fiscale molto elevato che fino al 65% permette alle Aziende, ai privati di intervenire sapendo che hanno un’agevolazione fiscale. Questo può innescare un circolo virtuoso che faccia partecipare tutto il mondo economico del Paese alla valorizzazione e salvaguardia del nostro immenso patrimonio culturale che deve essere vissuto come un grande sforzo collettivo.
Oltre ai provvedimenti, cosa ha in mente il Governo per la valorizzazione e salvaguardia di questo immenso patrimonio artistico e culturale?
Il tema generale del programma di intervento, correttamente interpretato dal Ministro Franceschini, è quello di considerare la cultura una grande opportunità del Paese, differentemente dal passato. A questo poi seguono una serie di provvedimenti come dalla riattivazione della società Arcus che può intervenire direttamente sul patrimonio culturale, alla effettiva capacità di spesa sui siti archeologici e intendo alle ingenti quantità di denaro messe a disposizione in particolare dall’Europa, e che spesso non siamo stati in grado di spendere o in qualche caso spesi male e Pompei ne è un esempio. Nel Decreto cultura voluto da Franceschini c’è anche una facilità di appalti, concessione delle opere, in modo che da una parte si controlli in maniera ferrea come vengono assegnati gli appalti combattendo una certa malavita organizzata che fino ad oggi ha vissuto con appalti pubblici , dall’altra non si molli sulla conclusione effettiva dei lavori. L’insieme è dovuto ad un generale impegno del Governo sul mondo della cultura.
Sull’edilizia scolastica quali sono i prossimi provvedimenti del Governo?
Come Commissione VII abbiamo chiesto un grande sforzo sul tema dell’edilizia. E’ inconcepibile per un Paese moderno di non essere in grado di mettere i propri ragazzi al sicuro, mi riferisco alla sicurezza sismisa, con un grado di manutenzione efficiente e adeguato,sintomo di civiltà. Il Governo ha lanciato un progetto nel quale sono stati previsti 3miliardi e mezzo di interventi e cantieri che partiranno subito, privilegiando le amministrazioni che hanno progetti già operativi e lo sforzo continuerà per i prossimi due anni, perché si sani questa situazione. E’ inconcepibile che ancora oggi in area dal forte rischio sismico, le aule non siano a norma, quindi è positivo l’approccio del Governo, noi come Commissione seguiremo questi interventi con i provvedimenti che ne conseguono,anche perché i finanziamenti provengono da fonti diverse e devono essere inquadrate in una definizione tecnico-normativa. C’è grande soddisfazione ed interesse in questo sforzo comune.
Sulla formazione:come sarà l’accademia, l’Università del futuro?
Noi abbiamo un problema di rapporto tra Università e Mondo del Lavoro. Un problema affrontato dalle ultime riforme ma che non hanno risolto il problema, quindi senza ipotizzare di fare oggi una nuova riforma dell’università, perché in Italia c’è la moda che ogni Ministro dell’Istruzione fa una sua riforma e oggi non possiamo permettercelo. Va invece implementata la normativa vigente, necessariamente va dato uno sguardo all’Europa, al mondo del lavoro, ad una formazione che vada indirizzata sì ad una formazione di una cittadinanza piena ma anche allo sviluppo complessivo del Paese. Lo sviluppo del Paese si ha quando si coniuga investimento sulla formazione del ragazzo (dalla scuola all’Università) ma anche alla sua valorizzazione successiva. Questo sforzo anche economico che fa l’Italia per sostenere il ragazzo che arriva a laurearsi magari bene, non può essere annientato dal fatto che noi prepariamo dei bravi manager o professionisti per altri Paesi. Bisogna creare un meccanismo per cui i nostri che finiscono il percorso di studi abbiano facilità di accesso al mondo del lavoro qui in Italia, magari facendo anche esperienze fruttifiche all’estero ma con l’obiettivo di restituire al Paese che li ha istruiti quello che gli è stato dato.
Cosa avete pensato per lo sviluppo del Turismo?
Il turismo nello specifico è una recente scelta fatta di accorparlo al Ministero dei Beni culturali e credo che sia stata una scelta intelligente. Sull’immenso patrimonio culturale che abbiamo a disposizione, c’è la responsabilità etica e morale di salvaguardarlo e mantenerlo ma anche di valorizzarlo e utilizzarlo in positivo come volano di rilancio del sistema economico, e questo necessariamente passa da una stretta collaborazione della valorizzazione del patrimonio culturale con il turismo che va modernizzato, supportato l’investimento nel settore, rilanciando un concetto complessivo di sistema Italia che coniuga da una parte la qualità della vita che si percepisce in Italia che è un grande fatto di attrazione, dall’altra parte il patrimonio culturale,da una parte fisico e dall’altra di produzione culturale che svolgono le nostre fondazioni di rito sinfonico, i nostri teatri dell’opera, i nostri teatri di prosa, e in terza istanza questo meccanismo economico virtuoso che da questo patrimonio culturale può essere messo in moto. Allora faremo un servizio al patrimonio culturale perché avremo più denaro per mantenerlo nella maniera adeguata, al turismo perché ripartirà e ci ricollocherà in una posizione internazionale nel momento in cui i turisti stanno andando in maniera preponderante in giro per il mondo e che noi non riusciamo ad intercettare, si permetterà una riqualificazione dell’offerta turistica e tutto questo aiuterà nel suo complesso l’economia italiana. Bene turismo e cultura insieme sotto un unico Ministero perché questo ci fan ben sperare per il rilancio del sistema paese.
La Direzione
(3 giugno 2014)
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